L’aurora boreale

Aurora boreale che si riflette in un lago

Negli ultimi mesi, ci sono stati avvistamenti di aurore boreali fino a latitudini molto basse (ad esempio in regioni del nord della Francia, negli stati USA come il Texas e la Florida o città sovietiche come Mosca e San Pietroburgo) dove in genere non arrivano. Il motivo di questi avvistamenti è l’aumentata attività solare che è vicina al suo massimo.

Infatti, il Sole ha un ciclo di attività magnetica, dovuta al suo campo magnetico, che raggiunge un massimo e un minimo di attività nel corso di 11 anni. Dopo questo periodo di tempo, al minimo di attività, il campo magnetico cambia polarità, trasformando il polo nord magnetico in polo sud e viceversa e il ciclo riparte per altri 11 anni. Perché proprio 11 anni? Non lo sappiamo ancora.

Il prossimo massimo dell’attuale ciclo di attività magnetica solare è previsto per la fine del 2023 o per l’anno prossimo, il 2024, a seconda dei modelli previsionali che si basano principalmente sui cicli passati e sull’analisi dell’intensità di quello in corso. Quindi, questo è il periodo più adatto per vedere il Sole pieno di macchie solari, che sono proprio l’indice della sua attività magnetica e per ammirare le aurore boreali che sono invece dovute all’interazione del vento solare con il campo magnetico terrestre.

Il vento solare è un flusso costante di particelle cariche (positive e negative) che viene emesso dal Sole e arriva fino ai confini del sistema solare, definendoli. Tutti i corpi del sistema solare dunque interagiscono con questo vento solare, compresa la Terra. Durante i periodi di maggiore attività magnetica solare, può accadere che la Terra, oltre ad essere investita costantemente dal vento solare, sia anche soggetta al flusso di particelle (e talvolta anche campo magnetico) che provengono invece da eventi eruttivi che avvengano sul Sole con frequenza maggiore. In questo caso, le particelle cariche vengono scaraventate verso Terra a velocità molto maggiori di quelle del vento solare.

Quando queste particelle incontrano il campo magnetico terrestre vengono dirette da quest’ultimo verso i poli della Terra e da lì entrano nella nostra atmosfera terrestre, interagendo con le particelle che la costituiscono e che, eccitate, emettono la luce e i diversi colori che ammiriamo nell’aurora boreale. Dunque, maggiore è l’attività solare, maggiore sarà la possibilità di vedere le aurore e di vederle anche a latitudini più basse perché più l’evento eruttivo che avviene sul Sole è forte, più le particelle provenienti dal Sole entreranno nell’atmosfera terrestre e ingrosseranno l’alone aurorale che si forma ai poli, permettendone la visione anche a latitudini più basse.

In uno degli eventi eruttivi solari più famosi, la cosiddetta tempesta di Carrington del 1859, l’aurora fu visibile ad esempio a Roma, in Giamaica, alle Hawaii e a Cuba.

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2 risposte

  1. Ho seguito con grande interesse la diretta di questo pomeriggio con Passione Astronomia, la quale è stata estremamente chiara e illuminante. Essendo un’insegnante di scienze presso il Liceo Scientifico G. Peano di Monterotondo RM, laureata in biologia, mi trovo spesso ad affrontare anche l’insegnamento dell’astronomia. Tuttavia, talvolta mi sento meno preparata nel trasmettere la passione per lo studio del cielo. Scienziate come Lei, che è anche un’eccellente divulgatrice scientifica, mi aiutano enormemente nel migliorare le mie competenze didattiche. Desidero ringraziarla di cuore e complimentarmi per i suoi straordinari studi.

    1. Carissima Maria Gaetana, la ringrazio tanto per questo suo messaggio. Sono contenta che la mia conoscenza possa essere condivisa in modo da arrivare a quante più persone possibili. La abbraccio e un saluto ai suoi studenti!

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