I primi meravigliosi dati del James Webb Space Telescope

NIRCam Image of the “Cosmic Cliffs” in Carina

Eccole! Le prime immagini nell’infrarosso e il primo spettro ottenuti dal James Webb Space Telescope sono stati rivelati tra ieri sera e oggi in diverse conferenze stampa.

La prima immagine, rilasciata ieri sera direttamente dal Presidente degli Stati Uniti d’America è la più profonda e nitida dell’universo lontano mai vista e ritrae l’ammasso di galassie SMACS 0723 come appariva 4,6 miliardi di anni fa ed è traboccante di dettagli: per la prima volta vediamo migliaia di galassie, inclusi oggetti molto deboli mai osservati nell’infrarosso.
Una delle cose più impressionanti è che stiamo osservando una porzione di cielo grande come un granello di sabbia tenuto a distanza di un braccio da qualcuno a terra.
Ma c’è di più: grazie al fenomeno del lensing gravitazionale azionato dall’enorme massa dell’ammasso, quest’ultimo agisce come una lente dandoci la possibilità di vedere altre galassie (quelle che appaiono più deformate) risalenti a circa 13 miliardi di anni fa, quindi parliamo di informazioni sull’universo poco dopo il Big Bang (circa un anno).

Cos’è il lensing gravitazionale? Vi rimando a questo articolo del mio collega Crescenzo Tortora per scoprirlo!

La seconda immagine mostra il confine della giovane regione di formazione stellare NGC 3324 nella Nebulosa della Carena, a circa 7.600 anni luce di distanza, dove grazie a Webb si riescono finalmente a vedere le giovani stelle nascenti in aree che invece apparivano scure nelle precedenti osservazioni. L’intensa radiazione ultravioletta e i venti stellari delle giovani stelle, che sono estremamente massicce e calde (al centro della bolla, sopra l’area mostrata) hanno scavato l’area cavernosa, erodendo il “muro” della nebulosa lentamente. Il “vapore” che sembra salire è in realtà gas caldo, ionizzato misto a polvere calda che scorre via dalla nebulosa a causa dell’intensa radiazione ultravioletta.

La regione di formazione stellare NGC 3324 è visibile dall’emisfero australe e si trova all’angolo nord-ovest della Nebulosa della Carena (NGC 3372), nella costellazione della Carena. 


La terza immagine mostra il “quintetto di Stephan“, un gruppo compatto di galassie nella costellazione di Pegaso. Grazie al James Webb Telescope gli scienziati, ora, possono dare uno sguardo con dettagli senza precedenti a come le galassie interagenti stanno innescando la formazione di stelle l’una nell’altra e come il gas presente ne venga disturbato.


L’ultima immagine è quella della nebulosa planetaria Southern Ring, una nuvola di gas in espansione che circonda una stella morente, a circa 2.000 anni luce di distanza. Per la prima volta è possibile osservare, dietro la stella al centro dell’immagine, proprio la stella morente (quella più fioca nella immagine di destra) e responsabile delle emissioni di gas e polvere, grazie alla presenza di due camere in differenti lunghezze d’onda (vicino e medio infrarosso) a bordo di Webb.

Webb può dunque esplorare i gusci di espulsione di polvere e gas di stelle che stanno invecchiando, che un giorno potrebbero diventare nuovamente una stella o pianeta.


In più, il James Webb Telescope ha osservato in dettaglio, studiandone lo spettro, l’esopianeta WASP-96b, rivelandone chiaramente la presenza di acqua nell’atmosfera, insieme a prove di foschia e nuvole mai ottenute prima d’ora. 

Press release NASA
Press release ESA

Crediti immagini: NASA, ESA, CSA e STScI

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2 risposte

  1. Le foto sono molto belle, di grande risoluzione. I commenti ad esse molto chiari e stimolanti. Stiamo andando sempre più indietro nel tempo.

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